Carlo.
Francesco.
Bianca.
Fifì.
A Roma – Epoca attuale.
Una camera destinata alle galanterie e agli affari. Due porte laterali. Una finestra alla parete di fondo. Molta eleganza civettuola. Seggiole a sdraio, soffici divani, cuscini larghi e morbidi, tappeti e drapperie abbondanti. – Un tavolinetto grazioso. – Sul tavolinetto, alle pareti, da per tutto, ninnoli, stampe antiche, ricordi e fotografie di donne. – Qualche vaso di fiori. – Bottiglie di vino e di liquori. – Verso il fondo della camera, un paraventino messo di sbieco, che nasconde a metà una toilette, una specchiera, un divanetto e altri mobili, per così dire, opportuni.
(innanzi alla specchiera, dietro il paravento, aggiustandosi il cappello sul capo e badando all'effetto complessivo della sua figurina) Dunque, a stasera, eh?
(accendendo una sigaretta e guardando lei con familiare compiacenza) A stasera. (Lunga pausa.)Ma sì, ma sì che va bene!
No, vieni qua, Fuffino mio. Ti piace più così… (variando la posizione del cappello) o così?
(le va vicino) Aspetta. Fammi vedere.
(ripetendo più esageratamente la variazione suddetta)Così… o così? Come preferisci?
Preferisco… tutti e due i modi.
(piegando le braccia con aria seria seria) E come farò, adesso?
Come farai che cosa?
Come farò a decidermi? (Sedendo di proposito)Io resto qui finchè non avrò deciso come debbo portare il cappello. (Si alza.) Ah! Ecco un'idea luminosa. (Si toglie il cappello e s'avvicina a Carlo.)
Che fai?
Zitto, Fuffino mio. (Gli mette il cappello in capo.)Vedi, bisogna pensare col proprio capo, ma guardare i cappelli sul capo altrui.
(graziosamente) Santa pazienza!
(contemplandolo) Dà a me questa sigaretta: è una stonatura. (Prende la sigaretta e fuma, aggiustando in varie maniere il cappello sul capo di Carlo.) Vediamo un po'. (Lo contempla di nuovo.)Bene! Benone! Ho trovato. (Gli toglie il cappello e se lo rimette.)
Ora, posso accendere un'altra sigaretta?