Don Pietro Caruso
Margherita, sua figlia
Il Conte Fabrizio Fabrizi
Voci interne.
La scena è a Napoli. – Epoca attuale.
Una stanzetta poveramente ammobigliata. In fondo, nel centro, una porta grande, e, a qualche distanza, una finestra. A destra, una specie di basso focolare rusticano con la gran cappa affumicata, il quale serve anche da caminetto. A sinistra, una porticina. Quasi davanti al focolare, una scrivania con su carte in disordine e l'occorrente per scrivere. Una credenza, una tavola rotonda, poche seggiole sciancate, un bacile sopra un treppiede di ferro, una brocca di acqua, un asciugamani. Fra la porta d'ingresso e la finestra, un umile lettuccio con su un materasso avvoltolato. Sulla credenza, la statuina colorata d'un santo con innanzi una lampada a olio.
(È giorno, ma durante l'azione l'aria andrà lievemente oscurandosi.)
(è seduto, con le braccia incrociate, con la faccia buia.)
(è alla finestra, e parla a voce alta con una vicina.)Grazie, signora Punzo! (Poi, rivolgendosi pianissimo a Fabrizio) Scusa. È la signora Punzo qui accanto che mi ha avvertita di tirar su le lenzuola, ch'erano a prendere aria. (Da una funicella esteriore, ritira due lenzuola e le piega, seguitando a parlare con la vicina.) Se non mi aveste chiamata voi, io non me ne sarei nemmeno accorta del cattivo tempo.
(Lampeggia un poco e si ode qualche tuono.)
(alla vicina) Ci siamo, eh!
Il babbo è in casa?
Nossignora, sono sola… come sempre.
Stanotte, ho sognato un bue a tre corna e un morto con la gobba. Volevo consultare Don Pietro, che di queste cose se ne intende.
Eh! Quando tornerà… (Chiudendo la finestra)Permettete. (A Fabrizio, riponendo le lenzuola piegate sul materasso) Sono per il letto del babbo. Mi dispiaceva che si bagnassero. (Un silenzio. – Ella guarda Fabrizio, gli si accosta alle spalle e gli circonda il collo con le braccia, baciandogli i capelli.)Dunque, è uno scherzo…1
(liberandosi dalle braccia di lei) Non è uno scherzo, Margherita. Con te, non ho mai scherzato. Prima di risolvermi, ho molto riflettuto. Ed ho sofferto. Ora, sono irremovibile.
Ma io che male ti ho fatto?
Nessuno.
Ti sono di peso?
No.
Ti guasto la vita? Ti distraggo? T'importuno?
No, no! E questo ti prova appunto che io agisco esclusivamente a vantaggio tuo. Continuando, che ci rimetterei, io?
Non lo so; ma il certo è che per tenerti legato a me, io non avrei dovuto…
(interrompendola) T'inganni!
No, non avrei dovuto fare… quello che ho fatto. Credi ch'io sia tanto stupida da non capirlo?
Tu non capisci niente.