Il salotto terreno d'una villa in campagna. In fondo, una gran porta centrale, spalancata, dà su un breve pianerottolo scoperto, digradante in un parco di cui si vede il verde delle querce, delle palme, dei cedri e si vedono i ricami smaglianti delle aiuole. – Un'altra porta a destra, un'altra a sinistra. Tutti i mobili – un canapè, un tavolino, sedie, sediolini, seggiole a bracciuoli, seggiole a dondolo – sono di giunchi o di vimini, variamente dipinti, e compongono un allegro ambiente multicolore.
(Compariscono, di là dalla gran porta in fondo, il signor De Planes e la signora De Planes, a braccetto. – Lui è un uomo sulla quarantina, bassotto, rotondetto, con le guance rosse, con gli occhi piccoli e cilestrini. Lei, molto più giovane, quasi quasi gli somiglia. Belloccia, fresca, grassottella, ha una testolina che par fatta di succhero candito. Vestono tutti e due con accuratezza goffa. E, di comune, hanno anche il modo di gestire, di muoversi, di guardare. E si guardano tra loro a ogni istante come per consultarsi a vicenda, e fanno spesso, simultaneamente, la medesima mossa, il medesimo gesto. Quando lui parla, lei approva, tacendo, oppure gli fa l'eco. – Senza staccarsi, si fermano. Non osano entrare.)
Sempre così in questa casa! Nessun domestico! (Pausa. – Si guardano.) Vogliamo entrare? (Pausa.) Entriamo.
Entriamo.
(Si avanzano – Si fermano, di nuovo, nel centro della stanza. – Guardano intorno e si guardano tra loro.)
Nessun domestico! (Pausa.) Vogliamo sedere? (Pausa.) Sediamo.
Sediamo.
(Seggono, insieme, vicinissimi, sul canapè.)
Qualcuno verrà. (Pausa.) E di qui non ce n'andremo senza aver parlato con Donna Clotilde.
(approva.)
È lei che dovrà dare una lezione coi fiocchi a quel malcreato!
(approva.)
A quel farabutto.
(approva.)
A quel filibustiero.
(approva.)
(ripensandoci) A quell'uomo infernale che mi vorrebbe far fare un… torto dalla mia pupa!
(accenna di sì, vivamente.)
(stringendosi di più a lei) Ma la mia pupa non me lo farà, no!
(con uno scotimento del dito indice e del capo) No, no!
Perchè lei glie ne vuole, del bene, al suo maritino!
Molto!
Cara! (L'abbraccia.)
(ventenne – vestito da seminarista – con in mano dei grossi libri, entra dalla porta a sinistra nel momento in cui il signor De Planes sta abbracciando sua moglie. Nel vedere la coppia, fa un piccolo salto, e cerca di deviare. Ma s'impappina e non sa più andare nè avanti ne indietro.)
(Il signor De Planes e la signora De Planes si alzano confusi.)
Restino comodi.
Aspettavamo…
Aspettavamo…
Forse, desiderano di parlare con mia madre?
(guarda la moglie.) Già. Lo desideriamo.