Morgan è anche l’autrice della serie fantasy epica campione d’incassi L’ANELLO DELLO STREGONE, che comprende al momento dieci libri.
Morgan Rice è anche autrice best-seller di APPUNTI DI UN VAMPIRO, una serie per ragazzi che comprende al momento dieci libri e che è stata tradotta in sei lingue.
Morgan è anche autrice dei best-seller ARENA ONE e ARENA TWO, i primi due libri di THE SURVIVAL TRILOGY, un thriller d’azione post-apocalittico ambientato nel futuro.
Morgan ama ricevere i vostri commenti, quindi sentitevi liberi di visitare il sito www.morganricebooks.com per rimanere in contatto con lei.
“Rice fa un bel lavoro nel trascinarvi nella storia fin dall’inizio, utilizzando una grande qualità descrittiva che trascende la mera colorazione d’ambiente… Ben scritto ed estremamente veloce da leggere…”
–-Black Lagoon Reviews (parlando di Tramutata)
“Una storia perfetta per giovani lettori. Morgan Rice ha fatto un lavoro eccellente creando un intreccio interessante … TRAMUTATA è rinvigorente e unico, possiede i classici elementi che si ritrovano in molte storie paranormali per ragazzi. TRAMUTATA è di facile lettura, ma estremamente veloce e incalzante… Lo raccomando a chiunque ami leggere piacevoli romanzi paranormali. Classificato PG.”
–-The Romance Reviews (parlando di Tramutata)
“Mi ha preso fin dall’inizio e non ho più potuto smettere…. Questa storia è un’avventura sorprendente, incalzante e piena d’azione fin dalle prime pagine. Non esistono momenti morti.”
–-Paranormal Romance Guild {parlando di Tramutata }
“Pieno zeppo di azione, intreccio, avventura e suspense. Mettete le vostre mani su questo libro e preparatevi a continuare ad innamorarvi”
–-vampirebooksite.com (parlando di Tramutata)
“Un grande intreccio: questo è proprio il genere di libro che farete fatica a mettere giù la sera. Il finale lascia con il fiato sospeso ed è così spettacolare che vorrete immediatamente acquistare il prossimo libro, almeno per sapere cosa succede in seguito.”
–-The Dallas Examiner {parlando di Amata}
“È un libro che può competere con TWILIGHT e DIARI DI UN VAMPIRO, uno di quelli che vi vedrà desiderosi di continuare a leggere fino all’ultima pagina! Se siete tipi da avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi!”
–-Vampirebooksite.com {parlando di Tramutata}
“Morgan Rice dà nuovamente prova di essere una narratrice di talento… Questo libro affascinerà una vasta gamma di lettori, compresi i più giovani fan del genere vampiresco/fantasy. Il finale mozzafiato vi lascerà a bocca aperta.”
–-The Romance Reviews {parlando di Amata}
Copyright © 2013 by Morgan Rice
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This is a work of fiction. Names, characters, businesses, organizations, places, events, and incidents either are the product of the author’s imagination or are used fictionally. Any resemblance to actual persons, living or dead, is entirely coincidental.
“Non venire ad interporti fra il drago e la sua furia.”
—William ShakespeareRe Lear
Re McCloud si era buttato all’attacco, scendendo il versante dell’Altopiano, per entrare nella parte di Anello appartenente ai MacGil. Con centinaia di uomini al seguito scendeva al galoppo dalla montagna tenendosi ben saldo al suo destriero. Sollevò un braccio, portò alta dietro di sé la frusta e colpì con forza la groppa del proprio cavallo: certo la bestia non aveva bisogno di essere spronata, ma a McCloud piaceva frustarlo. Amava fare del male agli animali.
Gli si seccarono le fauci quando vide la vista che si dispiegava davanti ai suoi occhi, uno degli idilliaci villaggi del regno di MacGil: gli uomini nei campi, disarmati, le donne a casa ad appendere il bucato, poco vestite per la calura estiva. Le porte delle case erano aperte, i polli scorrazzavano liberamente nei cortili, i pentoloni già ribollivano per la cena. Pensò al danno che avrebbe arrecato, al bottino che avrebbe raccolto, alle donne che avrebbe rovinato, e il suo sorriso si allargò. Riusciva quasi a sentire il sapore del sangue che stava per spargere.
Continuarono a galoppare, il passo dei cavalli che rimbombava come un tuono e pervadeva la campagna fino a che qualcuno si accorse di loro: il guardiano del villaggio, una patetica scusa per essere considerato soldato, un ragazzino con in mano una lancia che si voltò sentendoli avvicinare. McCloud vide bene il bianco dei suoi occhi, riconobbe il panico e la paura sul suo volto: da quell’avamposto sonnecchiante non aveva forse mai visto una battaglia in vita sua. Era miseramente impreparato.
McCloud non perse tempo: voleva che la prima uccisione fosse sua, come sempre succedeva in battaglia. I suoi uomini lo conoscevano abbastanza bene da lasciargliela.
Frustò di nuovo il cavallo fino a farlo gemere e acquistò velocità avanzando dritto davanti agli altri. Levò la lancia dei suoi avi, una pesante arma di ferro, si inarcò e la scagliò.
Aveva mirato bene, come sempre: il ragazzo non si era ancora voltato del tutto quando la lancia lo colpì alla schiena, trafiggendolo e conficcandolo poi a un albero con un tonfo. Il sangue traboccò dalla schiena del giovane guardiano e questo fu sufficiente per guadagnare a McCloud la sua giornata.
Il re emise un breve grido di gioia e tutti continuarono a gettarsi all’attacco attraverso quella meravigliosa terra dei MacGil, attraverso le gialle piante di granoturco che ondeggiavano al vento, una cornice troppo bella per la devastazione che stavano per mettere in atto.
Attraversarono il cancello non protetto del villaggio, un luogo troppo banale per essere collocato ai confini dell’Anello, così vicino all’Altopiano. Avrebbero dovuto saperlo bene, pensò McCloud con disprezzo mentre faceva roteare la sua ascia e tagliava l’insegna di legno che indicava il nome di quel luogo. Gli avrebbe presto dato una nuova denominazione.
I suoi uomini entrarono nel villaggio e ovunque si udirono grida di donne, di bambini, di anziani, di chiunque si trovasse a casa in quel luogo dimenticato da Dio. C’erano forse un centinaio di povere anime sfortunate, e McCloud era determinato a farla pagare a ciascuno di loro. Sollevò l’ascia ben alta sopra la sua testa concentrandosi su una donna in particolare. Stava correndo dandogli la schiena, cercando di salvarsi la vita correndo al riparo verso la propria casa. Non sarebbe andata così.
L’ascia di McCloud la colpì al polpaccio, proprio dove lui aveva mirato, e lei cadde con un grido. Non voleva ucciderla, ma azzopparla. Del resto gli serviva viva per il piacere che ne avrebbe tratto poi. L’aveva scelta bene: una donna con i capelli biondi e selvaggi, i fianchi stretti, probabilmente neanche diciottenne. Sarebbe stata sua. E una volta finito con lei, forse l’avrebbe uccisa. O forse no. Forse l’avrebbe tenuta come sua schiava.